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ACERRA, Andrea Piatto nasconde la polvere sotto il tappeto e accusa il sindaco di Caivano per la puzza

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ACERRA – Gli acerrani ormai conoscono come le proprie tasche tutte le problematiche legate al proprio territorio e conoscono purtroppo anche l’inefficienza dei politici che la governano purtroppo, al di là delle polemiche nate attorno all’amministrazione Lettieri sull’apertura della quarta linea di rifiuti che dovrà incalanare l’inceneritore di proprietà della ditta lombarda A2A, adesso ci si mette anche l’incompetenza dei propri consiglieri che a mezzo social tenta di deviare l’opinione pubblica verso quello che sarebbe per il consigliere Andrea Piatto un problema non acerrano, facendo da scaricabarile all’indirizzo del primo cittadino caivanese Simone Monopoli.

Il Post del consigliere Andrea Piatto

Il Post del consigliere Andrea Piatto

Come ben sanno tutti i cittadini acerrani, da diversi mesi attraverso i terreni di Via Primo Maggio si assiste alla vista di vere e proprie fumarole con annessi lezzi nauseabondi provenienti da cumuli di rifiuti sversati direttamente nei regi lagni. Sul posto si sono già riversati gli uomini dell’ARPAC che hanno provveduto ad effettuare i rilievi del caso, addirittura si parla che per 50 – 60 cm siano addirittura rifiuti industriali. Alle lamentele dei residenti, il consigliere Piatto, attraverso i social risponde che il problema della puzza non è di loro competenza perché deriva dagli ultimi roghi registrati al campo Rom di Caivano, scaricando le colpe sul primo cittadino che, ad onor del vero, ha tutte le colpe per non aver rimosso quelle carcasse dal campo rom, così come sollecitato anche dai volontari antiroghi di Acerra e a quanto pare, da indiscrezioni raccolte, gli stessi volontari hanno intenzione di adire nei confronti di Monopoli in questo senso per il problema roghi tossici al campo rom. Ma tutto questo, ripetiamo non ha nulla a che vedere con le responsabilità che l’amministrazione Lettieri è obbligata a prendere nei confronti dei residenti di Via I Maggio, poiché i rifiuti sversati nei regi lagni sono stati depositati su territorio acerrano.

E’ inutile per il consigliere Piatto scaricare la colpa agli altri, quando poi è la loro gestione dell’ambiente a latitare e ad essere inefficiente. I cittadini acerrani questo lo sapevano ma per uno strano caso hanno continuato a scegliere questo tipo di gestione e speriamo che anche stavolta non sia dimostrato ancora un chiaro ed esplicito voto di scambio, come avvenuto per il consigliere Ricchiuti nella scorsa tornata elettorale.

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Acerra

Rifiuti ad Acerra: gli ambientalisti collaboreranno con ISPRA

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“Siamo pronti a collaborare con l’avvocatura dello Stato e ISPRA per mostrare e fornire le prove dello scempio ambientale commesso sul nostro territorio”. Sono queste le parole di Alessandro Cannavacciuolo, ambientalista di Acerra (Napoli), all’annuncio di un supplemento istruttorio da parte dell’avvocatura di Stato per la proponibilità di un’azione civile di risarcimento per i danni ambientali provocati dagli sversamenti abusivi accertati a carico di alcuni imprenditori locali.
Il Ministero dell’Ambiente, infatti, in una risposta inviata a Legambiente e Libera, ha annunciato di aver chiesto all’Ispra il necessario supporto tecnico per accertare i danni ambientali dovuti agli sversamenti per i quali sono stati condannati i fratelli Pellini, che hanno recentemente ottenuto, in Cassazione, la restituzione del patrimonio confiscato negli anni scorsi, per decorrenza dei termini. “In tutti questi anni di battaglia – ha continuato Cannavacciuolo – abbiamo avuto modo di ispezionare e attenzionare perfettamente il territorio. Con coraggio e responsabilità siamo in grado di mostrare e fornire le prove reali dello scempio ambientale perpetrato ai danni del nostro territorio. E’ ora di risequestrare i beni degli inquinatori e di iniziare a risanare tutte le aree oggetto di sversamento e interramento di rifiuti”.

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Acerra

Acerra, terra dei fuochi: volontari scoprono l’ennesima discarica

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I volontari “antiroghi” di Acerra (Napoli), fanno fermare i lavori per la realizzazione di un opificio nell’area Asi cittadina, dopo aver scoperto che dal suolo spuntavano rifiuti speciali coperti da uno strato di terra. La denuncia degli ambientalisti ha fatto scattare i controlli da parte di carabinieri e vigili urbani, che hanno sottoposto l’intera area a sequestro in attesa di ulteriori controlli. “Stamattina – spiega Alessandro Cannavacciuolo, uno dei volontari – siamo stati costretti ad intervenire perché abbiamo notato che gli scavi precedentemente effettuati stavano per essere riempiti di cemento armato. Questo significava coprire i rifiuti emersi, ossia guaine bituminose, scarti di demolizione, di pezzame, e anche fanghi di depurazione”. I volontari ora invocano lo “stato di emergenza ambientale”. “Il nostro territorio va immediatamente bonificato – conclude Cannavacciuolo – questo ennesimo ritrovamento di rifiuti interrati è la dimostrazione che il disastro ambientale ad Acerra è ancora in atto. Intervenga lo Stato e dichiari lo stato di emergenza”.

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Acerra: incendia l’auto e poi si ferma a guardare l’incendio

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In quel di Acerra, al corso Italia, prima incendia la propria vettura e, poi, come se fosse un film da cui trarne giovamento, si ferma per ammirare il rogo da egli stesso provocato.
L’uomo, protagonista di questa vicenda al limite della piromania, si chiama Antonio Bruno, quarantenne, sembrerebbe incensurato.
Ora dovrà rispondere di incendio. Il Bruno è in attesa di giudizio.
Ancora ignote le motivazioni dietro il suo gesto.


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